Il volo, “Fly”, (non a caso, “Persian fly” è uno dei primi brani) è il termine più adatto a descrivere lo spettacolo poliedrico che Koradan offre al proprio pubblico, racchiudendo al contempo la vera essenza del progetto. L’intento dei Koradan è quello di proiettare lo spettatore in un viaggio, in un volo virtuale, attraverso i 5 continenti, visivamente grazie al ballo e armonicamente con le frequenze strumentali. Due linguaggi, che più di altri vantano caratteristiche di comprensione universale e transculturale, si uniscono così in un unico e piacevole abbraccio armonico con il pubblico. Ad ogni cambio di brano, ogni qual volta si aggiunga un suono, Danza e Musica evolvono, cambiano, si mescolano, aggiungendo una nuova tappa, una nuova “sosta”, nuovi profumi e sensazioni. Tuttavia la ricerca di fusione che il progetto intende svolgere è in duplice chiave: non solo avvicinamento di culture geograficamente distanti, ma anche accostamenti temporali tra l’antico e il moderno. Infatti, intorno al connubio iniziale con la Kora, ruotano molteplici ricerche nelle quali la danza si avvicina a strumenti provenienti da ogni parte del mondo, alcuni dei quali affondano radici nell’antichità (come, ad esempio Santur, Quena, Bansuri ,Shacuachi, Sitar, Duduk, Tabla Indiane, Oboe Egiziano) ed altri nell’epoca moderna come l’ Hang ,Laser Arp e Theremin.
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